La danza come dispositivo pedagogico

Il 16 giugno 2020, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stata presentata e discussa la tesi dal titolo La danza: strumento conoscitivo, mezzo espressivo e dispositivo pedagogico di Silvia Ferrari, laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione.

Di seguito un estratto del suo lavoro:

“certe cose si possono dire con le parole, altre con i gesti, ma ci sono anche momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza”.  Pina Bausch, danzatrice e coreografa

La seguente tesi si propone di indagare le molteplici possibilità educative della danza, intesa come disciplina artistica ed espressiva. Ho scelto tale tematica poiché credo fortemente che l’arte coreutica sia un efficace strumento di conoscenza e crescita personale, di riscoperta della propria identità comunitaria, di espressione di bisogni ed emozioni profondi, nonché di acquisizione di una sicurezza personale. Questo per esperienza diretta: sia come allieva di corsi di danza, sia grazie all’accompagnamento di una pre-adolescente con sfavore sociale da me seguita durante il mio percorso di servizio civile, sia grazie all’opportunità di osservare un gruppo di bambine durante le loro ore di danza, nello spazio di un anno accademico.

Nella prima parte di questo elaborato verranno esposti i concetti di “trasmissione” e di “comunicazione”, tramite il rimando a due grandi personaggi: Kierkegaard e Freud. Questo per intendere la danza come strumento di trasmissione del proprio mondo interiore e di comunicazione non verbale.

Successivamente viene proposto un rapido excursus storico, che mostra l’evoluzione della danza nel tempo, sino a giungere al XX secolo, con l’analisi di cinque personaggi che hanno rivoluzionato radicalmente il modo di intendere la danza.

Nel terzo capitolo viene suggerito uno sguardo antropologico sulla danza, grazie alla presentazione di diverse culture che utilizzano il movimento come forma rituale, più o meno sacra.

Si prosegue poi nella ricerca di elementi pedagogici all’interno dell’arte coreutica, osservando in particolare la danza creativa, la danza-movimento-terapia, ed l’expression primitive.

Proseguendo su un discorso più pratico, vengono esposti i benefici che la danza può apportare nel contesto scolastico, in quello comunitario grazie alla “community dance”, in persone con disabilità fisica e sensoriale, in anziani.

Nelle ultime pagine viene descritta l’associazione sportiva dilettantistica e di promozione sociale “Il Laboratorio”, che opera sul territorio cremonese, particolarmente attenta a tematiche educative e di coesione sociale.

 

“You can change your life in a dance class” (“puoi cambiare la tua vita grazie ad un corso di danza”). Royston Maldoom